Il Vangelo di questa domenica mette in evidenza l’atteggiamento di due personaggi: un ricco e un povero. Il ricco non ha un nome, forse perché vorrebbe significare che la ricchezza a cui ci si attacca toglie l’identità. Il povero invece si chiama Lazzaro. Dando nome al povero il Vangelo ci fa capire l’importanza di dare un volto e un nome alla sofferenza degli altri, e sottolinea che anche se dimenticato dagli altri Dio non si dimentica di lui.
Non a caso il nome Lazzaro significa “Dio aiuta” e vediamo che proprio lui è accolto nel banchetto.
Questo Vangelo è un forte appello contro l’indifferenza e contro l’egoismo che purtroppo oggi convive con l’umanità.
Dobbiamo ricordare che la nostra vita non si misura solo dalle ricchezze materiali, tante o poche, ma dalla nostra capacità di amare, di aiutare gli altri.
Il ricco non è necessariamente cattivo perché non si è reso conto di Lazzaro, ma perché cieco di fronte alle necessità degli altri. La ricchezza vissuta egoisticamente, mettere una specie di occhiali da sole che impediscono vedere molte cose.
L’egoismo è un mondo chiuso per l’altro in cui il “ricco” vive solo e per se stesso. Egli non fa storia, non lascia un segno nel cuore degli altri, ma svuota di senso la sua vita. È una vita infelice!
La Parola di Dio ci interpella tutti in modo chiaro facendo questa domanda: “chi è l’altro per te?” Vorrei dare una risposta insieme a s. Teresa di Gesù Bambino che ha fatto del Vangelo il suo stile di vita, dice:
“La grandezza vera non si trova nel nome, ma nel cuore.
Colui che avrà voluto essere il più povero in terra,
proprio lui sarà il primo in cielo e il più ricco di tutti”.
Quindi l’invito che ci fa il Vangelo oggi è non tanto nel non avere le ricchezze, ma non attaccare il cuore alle cose sia materiali che spirituali; a vivere da veri figli di Dio, pronti a correre in aiuto al fratello che si trova nel bisogno, vivendo in modo il comandamento dell’amore.
Suor Viktoria di Gesù






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