Davanti al cieco nato (Gv 9,1-41) ci troviamo di fronte ad una ingiustizia. Perché si può nascere ciechi? Perché le cose non vanno come dovrebbero?
Quest’uomo ricorda a tutti noi che esistono drammi, difficili da accettare per chi li vive, che non dipendono dai nostri errori. Ci sono e basta.
I discepoli interrogano Gesù con una mentalità tipica dell’ebraismo di quel tempo: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Sorprendente è la risposta di Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio».
Di fronte a un problema noi formuliamo una marea di spiegazioni per tenerlo sotto il nostro apparente controllo. É andata così perché hanno sbagliato….non hanno visto….non hanno fatto….avrebbero dovuto….non hanno avvisato….
Cioè, siamo sempre in cerca di un colpevole per fare giustizia.
La nostra giustizia.
Invece Gesù ci rivela un altro modo per stare di fronte alla vita. Ci dice che dentro ai quei drammi, sì proprio dentro a quello “schifo” che non vorresti e non augureresti a nessuno, si verifica la manifestazione dell’opera di Dio. Di qualcosa che non deriva dalle nostre capacità umane ma esclusivamente dalla Grazia di Dio. Qualcosa che non è certamente valutabile né economicamente né per via legale.
«Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato» infieriscono i farisei. Invece il cieco guarito sa in cuore suo che Gesù è un profeta da seguire. Lui ha conosciuto e sperimentato su di sé l’opera di Dio, non tanto nella guarigione quanto nel riconoscimento dell’amore di Cristo.
É un monito per tutti noi che crediamo di vedere chiaro nelle cose che sappiamo quantificare con gli indici della borsa o con i numeri aggiornati di contagiati, morti e guariti.
Se ci fermiamo solo a questi calcoli umani, seppur legittimi e giusti da fare, perdiamo la speranza e il senso vero della vita. Una vita che ci é stata donata, non ce la possiamo dare da noi stessi, non la possediamo fino in fondo e non la possiamo controllare totalmente.
In questa vita che sfugge Lui, il Signore della vita, ha deciso di manifestarsi nei modi più inaspettati. Ha assunto la nostra carne per amare fino all’estremo la nostra umanità e alzarle lo sguardo verso l’Eterno.
Il Signore porta a compimento la sua opera con ogni singolo uomo e lo fa anche dentro le circostanze più spiacevoli della vita.
Lasciamolo agire.

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