di suor Miriam

“I religiosi devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo”. Questa esortazione di Papa Francesco ci interpella costantemente come consacrati e consacrate che vivono in un tempo in cui il conflitto, l’instabilità, la precarietà della vita minacciano i delicati equilibri personali e sociali di ogni uomo, bambino, adulto e anziano.

Qual è la risposta concreta che danno tanti uomini e donne, consacrati, che hanno risposto all’amore di Dio con la loro intera esistenza?

L’unica possibile e necessaria risposta è dire al mondo che Dio continua ad amare, che l’amore di Dio è così grande che non può non amare. E i consacrati sono proprio lì a dire a tutti che l’amore di Dio rende piena la loro vita e proprio per questo possono donarla. I religiosi sono le persone che, nel tempo anticipano quello che noi saremo nell’aldilà “Quelli che sono giudicati degni della vita futura e della resurrezione dei morti, non prendono né moglie né marito” (Lc 20,35). I voti non sono una privazione, ma uno stile di vita, una vita piena dell’amore di Dio per cui il consacrato non ha bisogno di nulla. Il voto di povertà mette in risalto il fatto che con Dio si vive e si vive bene. Anche per quanto riguarda l’affettività i consacrati dicono di non aver bisogno di legami che diano stabilità e sicurezza, perché in Dio trovano la pienezza dell’amore e questo li rende talmente liberi e disponibili che offrono il dono totale di sé nell’obbedienza.

Dono di sé per chi, per che cosa? La vita consacrata è una vita che, in modo particolare, è chiamata a perdersi, a nascondersi come il sale e come il lievito perché possa dare sapore e possa far crescere. La vita consacrata è luce, cioè profezia, che illumina, rischiara il buio in cui si celano tanti drammi, tante solitudini, tante sofferenze. La vita consacrata è, da sempre, ma ancor più inesorabilmente oggi, annuncio di gioia, la gioia che nessuno può togliere perché è Dio stesso che la elargisce con la gratuità del suo amore. La vita consacrata è perdono, umile e ostinato, disposto a ripetersi fino all’infinito dell’amore di Dio. È dialogo, capace di attesa e di disponibilità, di pazienza e di arresa. La vita consacrata è “madre e padre”, generatrice di vita e feconda di speranza. La vita consacrata è dire a tutti che Dio non è la favola dei bambini o la verità dei teologi, è dire a tutti che “Dio è amore” (1Gv 4,8) e chi sta nell’amore ha la gioia piena. È dire a tutti, specialmente agli smarriti e ai perdenti, ai delusi e ai peccatori, che l’amore di Dio si fa Misericordia. La vita consacrata è dire a tutti che il paradiso c’è, per davvero, ed è già su questa terra, perché è la pienezza dell’amore e Dio è amore e “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori”. (Rm 5,5)

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