Nell’episodio della trasfigurazione di Gesù (Mt 17,1-9) viene molto spontaneo ritrovarsi nei panni di quei tre discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, che capiscono davvero poco o niente di quello che vedono. Tutti noi siamo un po’ come loro. Entusiasti, quando accadono eventi straordinari che ravvivano la nostra fede nel Signore Gesù, ma poi, quando tutto ritorna nella luce fioca, per non dire oscurità, e si scende dal monte…beh, tutto diventa più difficile.
Eppure è sorprendente notare come Gesù non chiami questi suoi tre amici perché capaci di comprendere il mistero e nemmeno perché in grado di accompagnarlo nel gravoso cammino verso Gerusalemme, verso il Calvario.
No, no. Gesù li sceglie e li ama, li rende partecipi di una rivelazione straordinaria dell’amore e del progetto del Padre, ma non pretende nulla da loro se non il silenzio, la custodia di quei fatti nel cuore.
Come chiarisce san Paolo “Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia” (2 Tm 1,8b-10).
Credo che la parola di questa domenica possa aiutarci anche a vivere bene questo tempo così particolare caratterizzato dalla paura del Coronavirus e dalla necessità di fermarsi sia nelle attività che nelle relazioni a “contatto diretto”.
Come leggere questo periodo della storia secondo uno sguardo spirituale “trasfigurato”?
Di fronte a un pericolo invisibile ci è chiesto di fermarci e, perché no, di vivere più in profondità. Di non dare risposte facili e immediate, ma di custodire. Di non avere la pretesa di controllare e risolvere il problema in modo semplice e veloce.
Mi sembra di poter dire che ci viene in aiuto l’immagine di questi tre discepoli che poco capivano del loro amato maestro e della storia che stavano vivendo. Anche noi, in balìa di eventi poco controllabili, possiamo imparare ad affidarci e a leggere gli eventi con un’altra luce che non è la nostra, economica e razionale o ansiosa e manipolabile, ma è la luce di Cristo, Signore della vita e del senso della storia dell’uomo…della nostra storia personale.

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