Nella parabola di questa domenica (Mt 21,28-32) Gesù pone a confronto i due diversi atteggiamenti dei figli di un padre che chiede loro di andare a lavorare nella sua vigna. Uno risponde subito di non avere voglia di andarci, ma poi si pente e va a lavorare. L’altro risponde subito di sì rivolgendosi al padre come a un datore di lavoro, ma poi cambia idea e non va più nella vigna. Forse aveva capito che nella vigna….nella vita…il lavoro é duro e richiede il sacrificio di sé per poter dare frutto.
Anche noi siamo come questi due fratelli. A volte si girano le spalle alle responsabilità, si dice no ai doveri e alla fatica, ma poi si cambia idea e ci si dona con generosità. A ognuno di noi, infatti, è data la possibilità di cambiare, di tornare sui nostri passi e di convertirci al bene.
Altre volte, tante, si riesce a “predicar bene e a razzolar male”. Ci si preoccupa di fare bella figura davanti agli altri ma poi non si mette in pratica quanto si dice con grande entusiasmo e ci si sente pure capaci di guardare dall’alto in basso chi non si comporta secondo le buone norme morali. Purtroppo siamo tra quelli che sanno bene la teoria perbenista ma poi non si accorgono delle tante incoerenze in cui cadono. È inutile sgattaiolare via….ciascuno di noi ha anche questa parte poco nobile dentro di sé.
Eppure siamo figli di quel padre in entrambi i casi. Sempre e comunque chiamati a lavorare nella vigna per portare frutto. Egli non smette mai di avvicinarsi a noi per provocare la nostra libertà e attendere amorevolmente una risposta.
Però, oltre all’esempio delle risposte dei due figli è anche vero che ci sono occasioni nelle quali ci si dona senza se e senza ma, senza pubblicità né onori, subito, senza troppi calcoli. In questo caso si realizza pienamente il nostro essere a immagine del Figlio per eccellenza: Cristo, che non ha esitato a fare fino in fondo la volontà di Dio.
In quale figlio ti riconosci oggi?

#ilvangelodelladomenica

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