Sabato 9, alla sera, Sr. Carmela ha avvisato del suo arrivo a Bossemptélé, dicendo che “il vero viaggio” non è stato quello da Torino a Bangui, ma quello da Bangui a Bossemptélé…!

Ha poi mandato, via mail, qualche notizia più dettagliata che qui riportiamo, illustrandola con qualche fotografia “di archivio”.

Bossemptélé, 9 gennaio 2016

Carissime Sorelle,

il viaggio da Torino a Bangui, ringraziando il Signore, è andato molto bene. All’aeroporto di Bangui ho visto subito Sr. Giuseppina che, grazie ad amici, era riuscita a passare dalla parte dei viaggiatori. Attraversando con l’auto la strada che dall’aeroporto porta al centro d’accoglienza missionario, ho avuto subito l’impressione di essere arrivata in un mondo più vivo, più colorato, più accogliente. (Via Roma di Torino, in confronto a quella via dai colori brillanti per il mercato e i vestiti della gente, sembra lavata con la candeggina!).

Questa mattina, con Sr. Giuseppina, ho attraversato la prima Porta Santa aperta da Papa Francesco. Che emozione! La Cattedrale era in festa, perché domani concelebreranno i Vescovi riuniti per la Conferenza Episcopale Centrafricana.

Siamo state poi ricevute dal Nunzio Apostolico, Mons. Franco Coppola, il quale ha esternato tutta la sua riconoscenza, perché le nostre Sorelle nei momenti più duri e rischiosi non hanno abbandonato Baoro e Bossemptélé, raggiungendo la Capitale, ma da vere missionarie non hanno considerato la sicurezza personale “un idolo”, mettendo in serio pericolo, per amore del Signore e dei fratelli, la loro stessa vita. Abbiamo poi intrapreso il viaggio per Bossemptélé (circa 300 km in 7 ore di macchina!), percorrendo l’unica strada asfaltata (ma non senza grosse buche!) della Nazione. Abbiamo visto di tutto: file chilometriche di grossi camion diretti o provenienti dal Camerun, carri armati locali e dell’ONU, mercati coloratissimi, biciclette, motociclette con sette persone in sella, auto da quattro posti con 20 persone a bordo o sul tetto, ecc. ecc. La nostra auto è stata fermata almeno 10 volte o dai militari o dal pagamento pedaggio. La povertà intravista nei villaggi non è tanta, ma tantissima, eppure le persone sono di una cordialità toccante, pronte subito a salutare con un sorriso smagliante e la mano tesa.

Abbiamo fatto una brevissima sosta alle cascate di Boali: purtroppo la guerra non ha risparmiato neppure questi luoghi carichi di naturale bellezza.

L’arrivo a casa è stato bellissimo! Sr. Irène, Sr. Elisabeth, le due Novizie, Sor. Chiara e Sor. Reine, e l’Aspirante Mariette ci attendevano e lascio immaginare a voi la gioia dell’incontro.

Sr. Carmela del S. Cuore

 

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