Una delle accuse che venivano fatte inizialmente ai cristiani era quella di cannibalismo, perché dicevano di mangiare la carne di Cristo. In effetti, estrapolando dal contesto le parole pronunciate da Gesù, non è propriamente facile riuscire a capire cosa accadeva durante il banchetto eucaristico.
«In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita» (cfr. Gv 6,51-58).
Potremmo stare qui delle ore a tentare di spiegare che cosa avviene nell’eucarestia con la “transustanziazione” del pane e del vino in corpo e sangue di Cristo, ma non credo ci cambierebbe più di tanto la vita di fede. Anzi, forse ce la complicherebbe ancora di più.
Cristo si è fatto carne, ha assunto la nostra natura umana fino in fondo ed ha toccato ogni sfera della nostra vita, compresa quella del nostro bisogno di mangiare. Abbiamo bisogno di mangiare per vivere. Siamo tutti d’accordo. Se non si nutre il corpo si rischiano seri problemi di salute e se non abbiamo le forze fisiche ci mancano pure quelle psichiche. Non a caso si dice che per mettersi in dieta occorre avere la testa e non essere in un periodo di eccessivo stress psicologico. Siamo un meraviglioso tutt’uno di anima e corpo!
Ma l’operazione di Cristo in noi non si ferma alla sfera psico-fisica. Egli va a toccare, e a nutrire in particolare, la realtà spirituale che ci contraddistingue come persone create a immagine di Dio. Attraverso il gesto istintivo del mangiare e del bere Lui entra in noi, si fa uno con noi e scorre nelle nostre vene infondendoci la sua vita divina. Ci divinizza! La sua stessa vita passa nella nostra; la sua eternità entra nel nostro tempo e gli dona significato; il suo modo di relazionarsi e di amare si compenetra col nostro e lo innalza. Ci rende capaci di amare come lui, di agire come lui e di parlare con le sue stesse parole condividendone gli stessi sentimenti.
Mangiare il suo corpo e bere il suo sangue significa vivere la sua stessa missione: glorificare il Padre annunciando e lavorando per il Regno di Dio.
Un atto così materiale e biologico diventa allora fonte di vera vita spirituale che anima e origina il valore dei nostri atti. Nell’eucarestia riceviamo lo stesso indissolubile legame d’amore che unisce le tre persone divine e da cui sgorga la missione stessa di Cristo nel mondo.
Se ci nutriamo del corpo di Cristo impariamo a farci pane pure noi per gli altri, capace di spezzarsi e offrirsi in dono per l’altro che, come spesso accade, non si rende conto e non comprende fino in fondo il sacrificio compiuto…proprio come lo è stato per Cristo.

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