“LA MAGIA DEL NATALE”

 

Notte di Natale

Quanta attesa, quanto desiderio che venga questa Notte Santa in cui il Mistero del nostro Dio di infinito amore si compie sulla terra prendendo la carne di un bambino, piccolo, fragile e di una umiltà disarmante.

Notte Speciale, non di bagliori fugaci, di luccichii ammaglianti, notte di luce perché riceviamo, come quei poveri pastori, “scarto” della società del tempo, noi oggi, consacrate ai margini di un mondo che quasi non ci vede più e se per caso ci si imbatte in una di noi quasi quasi ci si imbarazza e magari per reagire si sogghigna o si va avanti indifferenti, noi, come tutti gli uomini della terra, oggi riceviamo l’annuncio: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2, 10-12).

Santa Notte in cui diremo: “Oggi per noi è venuta la salvezza, non più timore, non più paura, non più tristezza, perché oggi Cristo Gesù ci rende forti della sua debolezza, ci fa felici della sua gioia offerta, ci dona la speranza della vita, ci converte con la sua nascita nella nostra vita”.

Oggi, non ieri, che è passato, non domani che non ci appartiene, oggi, ora, nella mia vita si compie non la magia, ma il miracolo del Natale, quel miracolo che ci fa bambini con Gesù Bambino, che ci fa poveri con Maria e Giuseppe, che ci fa pieni di gioia per il compiersi del mistero dell’Incarnazione.

Notte Santa, Santa Notte in cui tutto può accadere in forza di quell’Amore che si fa carne, anche la nostra conversione, il nostro cambiamento “più interiore” che ci renderà persone migliori, persone con lo sguardo rivolto al cielo e la propria volontà nelle mani di Dio.

 

Santa Teresa di Gesù Bambino è un esempio concreto di quella “magia santa” che può accadere proprio nella Notte Santa di Natale:

 

Ero veramente insopportabile per la mia sensibilità eccessiva. Così, se mi accadeva di dare involontariamente un po’ di dispiacere a qualcuno cui volessi bene, invece di dominarmi e non piangere, ciò che ingrandiva il mio errore anziché attenuarlo, piangevo come una Maddalena, e quando cominciavo a consolarmi della cosa in sé, piangevo per aver pianto… Tutti i ragionamenti erano inutili e non potevo arrivare a correggermi di questo brutto difetto. – Non so come io mi cullassi nel pensiero caro di entrare nel Carmelo, trovandomi ancora nelle fasce dell’infanzia! Bisognò che il buon Dio facesse un piccolo miracolo per farmi crescere in un momento, e questo miracolo lo compì nel giorno indimenticabile di Natale; in quella notte luminosa che rischiara le delizie della Trinità Santa, Gesù, il Bambino piccolo e dolce di un’ora, trasformò la notte dell’anima mia in torrenti di luce… In quella notte nella quale egli si fece debole e sofferente per amor mio, mi rese forte e coraggiosa, mi rivestì delle sue armi, e da quella notte benedetta in poi, non fui vinta in alcuna battaglia, anzi, camminai di vittoria in vittoria, e cominciai, per così dire, una “corsa da gigante” 

Fu il 25 dicembre 1886 che ricevetti la grazia di uscire dall’infanzia, in una parola la grazia della mia conversione completa. Tornavamo dalla Messa di mezzanotte durante la quale avevo avuto la felicità di ricevere il Dio forte e potente. Arrivando ai Buissonnets mi rallegravo di andare a prendere le mie scarpette nel camino, quest’antica usanza ci aveva dato tante gioie nella nostra infanzia, che Celina voleva continuare a trattarmi come una piccolina, essendo io la più piccola della famiglia… A Papà piaceva vedere la mia felicità, udire i miei gridi di gioia mentre tiravo fuori sorpresa su sorpresa dalle “scarpe incantate” e la gaiezza del mio Re (il suo papà) aumentava molto la mia contentezza, ma Gesù, volendomi mostrare che dovevo liberarmi dai difetti della infanzia, mi tolse anche le gioie innocenti di essa; permise che Papà, stanco dalla Messa di mezzanotte, provasse un senso di noia vedendo le mie scarpe nel camino, e dicesse delle parole che mi ferirono il cuore: “Bene, per fortuna che è l’ultimo anno!… “. lo salivo in quel momento la scala per togliermi il cappello, Celina, conoscendo la mia sensibilità, e vedendo le lacrime nei miei occhi, ebbe voglia di piangere anche lei, perché mi amava molto, e capiva il mio dispiacere. “Oh Teresa! – disse – non discendere, ti farebbe troppa pena guardare subito nelle tue scarpe”. Ma Teresa non era più la stessa, Gesù le aveva cambiato il cuore! Reprimendo le lacrime, discesi rapidamente la scala, e comprimendo i battiti del cuore presi le scarpe, le posai dinanzi a Papà, e tirai fuori gioiosamente tutti gli oggetti, con l’aria beata di una regina. Papà rideva, era ridiventato gaio anche lui, e Celina credeva di sognare! Fortunatamente era una dolce realtà, la piccola Teresa aveva ritrovato la forza d’animo che aveva perduta a quattro anni e mezzo, e da ora in poi l’avrebbe conservata per sempre!… In un istante l’opera che non avevo potuto compiere in dieci anni, Gesù la fece contentandosi della mia buona volontà che non mi mancò mai. … Sentii che la carità mi entrava nel cuore, col bisogno di dimenticare me stessa per far piacere agli altri, e da allora fui felice! (dal Manoscritto autobiografico A)

 

Buon Natale a tutti! Che sia un Natale “magicamente santo”, con il quale potremo dire di trovarci cambiati, nuovi e stabiliti finalmente e definitivamente in lui!

 

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