Il vero viaggio della vita è quello interiore. Quello nascosto agli occhi di tutti e che solo chi lo vive sa di quali paesaggi è fatto: pendii ripidi, mare calmo o fortemente increspato, cielo invernale stellato o notti buie senza luna né stelle, ma ancora, cime ad alta quota da cui ammirare sorprendenti catene montuose oppure pianure afose e assolate segnate da vani tentativi in cerca di refrigerio.
Il viaggio dell’anima attraversa molti più paesaggi di quanti ne possiamo visitare con i nostri viaggi nel mondo. Si tratta del cammino spirituale di ciascuno di noi che, consapevole o meno, vive nel corso della propria esistenza. E, come alla fine di ogni viaggio (fisico), avviene che anche per quello spirituale ci si ritrova trasformati. Ti accorgi, infatti, che cambia la tua percezione della realtà: di te stesso e di chi ti vive a fianco.
È molto triste, invece, quando non cambia lo sguardo perché vuol dire che si è fermi, nel bene e nel male. Sempre allo stesso punto. Col rischio di voler solo cercare nuovi posti, magari idealmente più adatti ma senza vere radici.
Beati coloro che sanno abbracciare sguardi nuovi, che si sanno mettere nuovamente in gioco nel proprio quotidiano e che accolgono dentro di sé una novità.
Il vero viaggio, infatti, è quello che si compie accanto al Tu di Dio, che si fa nostro compagno, viandante come noi lungo la strada della nostra storia. E come i discepoli di Emmaus, beati coloro che si lasciano scaldare il cuore dalla lieta notizia della sua Parola che è Cristo, che si lascino guardare da Lui e attendono da Lui la vera e compiuta narrazione della loro vita.
Buon viaggio!

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