Nel deserto, affamato e tentato subdolamente dal maligno, Gesù si rivela a noi come pienamente umano perché ha sperimentato anche lui desideri, pensieri e passioni che accarezzano e invitano il cuore dell’uomo.
Il deserto, poi, é il luogo esistenziale per eccellenza in cui ricordare e verificare la propria umanità.
Nel deserto si vive l’indigenza, la precarietà, la prova della solitudine fino alle allucinazioni di chi cerca ad ogni costo un riparo e una sorgente d’acqua.
Nel deserto si prova il cuore dell’uomo.
Qui, anche il cuore di Cristo è stato messo alla prova. Subito dopo il suo Battesimo e l’inizio della sua manifestazione pubblica, la verità del cuore di Cristo viene saggiata al fuoco delle tentazioni. È significativo che sia lo Spirito stesso a condurlo in questa condizione. Era necessario perché Cristo fosse in tutto simile all’uomo, a noi dentro ai tanti deserti che viviamo.
E come rispondiamo, noi, all’aridità del deserto?
Sarebbe sbagliato reagire a denti stretti, tenere duro perché convinti di riuscire a farcela da soli. E quante volte si cade in questa logica. “Vai avanti, non ti fermare, puoi vincere questa battaglia, sii forte!”.
Già. Ma se non ce la faccio, cosa succede? Soccombo al triste destino della sconfitta o, peggio ancora, mi dico che non importa “si vede che non ero fatto per questa scelta di vita” e cambio idea, abbraccio la tentazione nella convinzione che sia un altro bene per me. Lascio mia moglie per quella donna che mi capisce veramente, lascio quell’università o quel lavoro che non mi soddisfa più, fuggo da quell’amicizia che é divenuta troppo impegnativa, mi allontano da quella comunità che non riesce a capirmi veramente e in cui non mi sento realizzato e via dicendo.
Se non abbiamo il coraggio di sostare nel nostro deserto portando fino in fondo la nostra scelta di vita non scopriremo mai la nostra identità, non saggeremo mai la profonda ricchezza del nostro cuore.
Ma Gesù, qui, ci spinge ancora dentro a un livello ancora più profondo e vero.
Egli risponde alla tentazione senza fare leva sulle sue capacità di resistenza. Lui affronta la prova con l’aiuto della parola del Padre.
Non vinciamo mai da soli, ma sempre e solo se sostenuti da una forza e un amore più grande.
Ma ancora, Gesù non si mette mai a dialogare con il diavolo. Lui sa bene che é inutile imbarcarsi in vane discussioni, ma risponde alle sue provocazioni con la Scrittura.
Metterci in dialogo con certi nostri pensieri tortuosi non è mai positivo. Si crede di risolvere la situazione e invece ci si ritrova a ingrandire molto di più la questione e, soprattutto, si entra nel meccanismo ozioso delle giustificazioni. “Ma che fa, cosa c’è di male se lo faccio…”. E si inizia a perdere di vista lo scopo iniziale della propria scelta.
Affidarsi a un altro, consegnare a lui certi nostri pensieri, ci consente di scampare certi pericoli e di scovare molto più facilmente le insidie della menzogna che stiamo per dire a noi stessi.
Gesù si rivela come un conoscitore profondo e attento dell’animo umano e ci fornisce delle vere armi spirituali per combattere non da soli ma con Lui le tentazioni della vita.

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