In questa domenica siamo invitati a restare nell’amore di Dio.

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv.3,13-17).

In questa domenica e nella settimana che si apre davanti a noi, siamo invitati a prendere nuovamente consapevolezza di essere amati. Ricordarlo anche solo per un attimo. Starci a mollo nei momenti della nostra solitudine. Risvegliare la nostra attenzione ai segni di questo amore nelle nostre giornate. Questo amore che ci rigenera in ogni momento alla vita, è vero sempre: quando stiamo bene, quando le cose ci vanno bene, quando ci pare che non ci manchi nulla, quando siamo felici. Questo amore è vero e altrettanto presente quando troppo bene non stiamo, quando il cammino della vita è faticoso e magari non lo sopportiamo, quando ci prende una tristezza che non sappiamo spiegarci, quando nulla sembra più appagarci (anzi, ci dà alla nausea), quando avvertiamo aridità, o impotenza, o rabbia. Nulla ci separa da questo amore. Nessuna difficoltà, nessun ostacolo, nessun nostro difetto o sbaglio, nessun nostro trauma. Abbiamo solo bisogno di ritornare a questo amore risvegliando sempre più la nostra consapevolezza, in un esercizio di continuo ritorno al pensiero di Dio, ogni volta che altri pensieri ci deviano e ci disperdono. In un esercizio di gusto: prendiamoci il lusso di assaporare quel sentimento di calma e di pace che ci sorge quando ci fermiamo un attimo, respiriamo, ascoltiamo il silenzio, ci raccogliamo e “ritorniamo dentro”, nella stanza del nostro cuore. Prendiamo il tempo per restare in questo amore, in modo che scenda man mano dalla testa al nostro cuore, anche lì, e proprio lì: in quelle stanze buie di noi stessi che ci fanno paura, perchè sembrano il luogo di sentimenti o ricordi scomodi, pesanti da portare. Come Mosè pregò per il suo popolo, affaticato dal cammino nel deserto, così oggi, ora, c’è qualcuno che sta pregando per noi: non siamo davvero soli, l’amore di Dio si esprime anche con i gesti, le parole, la preghiera delle persone che ci stanno attorno, o magari di persone che nemmeno conosciamo. E’ il grande dono di essere chiesa. Alleniamo il nostro sguardo per riconoscerlo e nominare questi segni dell’amore che si china per toccarci, guarirci, darci la vita che aneliamo. Coltiviamo la fiducia che il nostro Dio è un Dio della vita, vuole la nostra vita, e non la nostra morte. Anzi, come dice il prefazio di oggi: “Nell’albero della Croce tu, o Dio, hai stabilito la salvezza dell’uomo, perché donde sorgeva la morte di là risorgesse la vita”. Lasciamo andare la paura per lasciare spazio alla fiducia, che tutto concorre al bene di chi ama Dio, perchè da Lui è amato. Non c’è nessuna condanna. Ma un Dio che ci ama, ci ha amati per primo, e desidera farci partecipi della sua vita. Entriamo dunque già ora nella vita eterna: uniti a Dio, e al suo amore.

suor Marta del Verbo di Dio ( suore carmelitane di Firenze)

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