Nella tristezza più amara, Gesù chiede ai suoi di restare con lui e vegliare. Non c’è altro da poter fare in certe situazioni, solo rimanere a fianco, e condividere in silenzio. Il Signore chiede ai suoi amici semplicemente di essere pienamente uomini per stare accanto a lui, vero uomo.
Ed Egli tace di fronte alle nostre fughe, ai tradimenti e alle accuse. Non cede alla tentazione di scendere dalla croce. Non rinuncia alla condizione di uomo che aveva abbracciato spogliandosi dei privilegi divini. Vive fino in fondo il dramma dell’abbandono e della morte e tocca tutte le corde dell’esistenza umana.
È un pagano a riconoscerlo dichiarandolo Figlio di Dio. Lo capisce da come è morto: da vero uomo e superando, nel contempo, ogni debolezza umana attraverso l’umile accettazione della morte e dell’apparente “sconfitta”.
Guardare a come Cristo ha vissuto l’ultima parte della sua vita terrena ci insegna ad essere pienamente e veramente uomini e ci pone nella condizione di poter superare le sconfitte della vita grazie alla stessa fiducia nell’opera del Padre che ha avuto il Figlio di Dio.

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