La Festa di San Marco ci invita a meditare sul come essere “annunciatori” della Parola.

San Marco, ancora giovane, ha creduto in Gesù e ciò l’ha spinto ad accompagnare Barnaba e San Paolo nel primo viaggio missionario a Cipro. Ritornò a essere collaboratore di San Paolo quando questi era prigioniero a Roma e proprio qui avrebbe scritto il Vangelo secondo gli insegnamenti ricevuti dai primi apostoli.

L’esempio di San Marco interroga anche noi, oggi, su come vivere l’annuncio della Parola secondo la nostra spiritualità carmelitana. Prendiamo spunto da quanto ha scritto S. Teresa di Gesù Bambino:

251 – Nonostante la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime come i profeti, i dottori, ho la vocazione di essere apostolo. Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome, e piantare sul suolo infedele la tua Croce gloriosa, ma, o Amato, una sola missione non mi basterebbe, vorrei al tempo stesso annunciare il Vangelo nelle cinque parti del mondo, e fino nelle isole più remote. Vorrei essere missionaria non soltanto per qualche anno, ma vorrei esserlo stata fin dalla creazione del mondo, ed esserlo fino alla consumazione dei secoli. Ma vorrei soprattutto, amato mio Salvatore, vorrei versare il mio sangue per te, fino all’ultima goccia…

252 – Il martirio, questo è il sogno della mia giovinezza, questo sogno è cresciuto con me nel chiostro del Carmelo. Ma anche qui, sento che il mio sogno è una follia, perché non saprei limitarmi a desiderare un solo martirio. Per soddisfarmi li vorrei tutti… Gesù, Gesù, se volessi scrivere tutti i miei desideri, dovrei prendere il tuo libro di vita, lì sono narrate le azioni di tutti i Santi, e quelle azioni vorrei averle compiute per te. Gesù mio, che cosa risponderai a tutte le mie follie? Esiste un’anima più piccola, più incapace della mia? Eppure, proprio per la mia debolezza, ti sei compiaciuto, Signore, di colmare i miei piccoli desideri infantili, e vuoi oggi colmare altri desideri più grandi che l’universo…

254- Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero riconosciuta in alcuno dei membri descritti da san Paolo, o piuttosto volevo riconoscermi in tutti. La Carità mi dette la chiave della mia vocazione. Capii che, se la Chiesa ha un corpo composto da diverse membra, l’organo più necessario, più nobile di tutti non le manca, capii che la Chiesa ha un cuore, e che questo cuore arde d’amore. Capii che l’amore solo fa agire le membra della Chiesa, che, se l’amore si spegnesse, gli apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i martiri rifiuterebbero di versare il loro sangue… Capii che l’amore racchiude tutte le vocazioni, che l’amore è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola che è eterno. Allora, nell’eccesso della mia gioia delirante, esclamai: Gesù, Amore mio, la mia vocazione l’ho trovata finalmente, la mia vocazione è l’amore! Sì, ho trovato il mio posto nella Chiesa, e questo posto, Dio mio, me l’avete dato voi! Nel cuore della Chiesa mia Madre, io sarò l’amore. Così, sarò tutto… e il mio sogno sarà attuato!

256 – Gesù, lo so bene, l’amore si paga soltanto con l’amore, perciò ho cercato, ho trovato sollievo rendendoti amore per amore.

(Manoscritto B)

 

Teresina ci indica che la via per annunciare il Vangelo è l’Amore.

L’Amore ha la forza di superare i confini del “piccolo chiostro” ed espandersi in ogni angolo della Terra!

Chiediamoci:

  • Io mi sento nel cuore della Chiesa?
  • Sono capace di dare la vita nella mia quotidianità perchè il Vangelo raggiunga ogni uomo?

 

 

Buona Festa di San Marco

Le sorelle del Noviziato

 

 

Categories:

Tags:

Comments are closed