DOMENICA della DIVINA MISERICORDIA
Il vangelo di questa domenica ci mette di fronte all’essenza della nostra fede: LA PRESENZA DI GESU’ NELLA NOSTRA VITA, davvero.
Crediamo a questa presenza? Sappiamo che Gesù Risorto è davvero con noi nel nostro quotidiano? Questa fede è l’esperienza che ci rende testimoni credibili, e non solo maestri, “trasmettitori” di un messaggio che rischiamo di portare avanti per tradizione (nel senso negativo e vuoto del termine), e che risulterebbe vuoto… e anche strampalato per molti.
Arriviamo dalla Pasqua, abbiamo sperimentato la solitudine e il dolore del Venerdì Santo, e ora il Signore ritorna… siamo pronti a riconoscerlo, a crederci?
• Il Vangelo ci racconta di due incontri di Gesù con i suoi discepoli, tutte e due le volte a porte chiuse: come è difficile abbandonare la paura, la sfiducia, che i nostri venerdì santi provocano nelle nostre vite… non ci basta nemmeno vedere il Risorto per aprire le porte… incontrare Gesù Risorto non è questione di un momento, di un evento felice, ma è un cammino, una relazione che cresce con la fedeltà e il desiderio, e nel quale il Signore non si stanca di venirci incontro e di portarci la sua pace; ce la porta sempre, anche se trova le nostre porte chiuse, anche dopo tante esperienze della sua presenze: crede che prima o poi le apriremo, si fida di noi. Sa che prima o poi crederemo davvero che la pace che il Signore ci porta non è un augurio sterile, nemmeno una promessa. È una realtà: se Cristo è risorto, tu hai la pace, sempre e in qualunque circostanza.
Accanto a questa amorosa pazienza che il Signore ha verso ciascuno di noi, cogliamo anche la responsabilità alla quale ci chiama l’incontro con Lui. Scrive Padre Gaetano Piccolo: “Chi vede questa comunità spaventata, chi osserva questo Cenacolo con le porte chiuse, perché dovrebbe credere che quelle persone hanno davvero incontrato il Risorto? La comunità, il credente, ha una grande responsabilità. Tommaso non ha infatti tutti i torti: perché dovrebbe credere che i suoi compagni hanno incontrato Gesù Risorto se li vede ancora pieni di paura e chiusi dentro?”
• Mostrò loro le mani e il fianco: Gesù si preoccupa di mostrare ai suoi amici (è così che li ha chiamati) i segni del suo amore per loro… non so se sia stato per farsi riconoscere, per dar loro una prova, oppure proprio per un impeto di amore e di tenerezza “guardate quanto vi amo, quanto siete preziosi per me!!! Guardate quanto valete!!!”. Mi commuove molto Gesù, che sembra voler gioire con i suoi amici della sua vittoria, nata dalla croce, e impossibile senza di essa… questo dice anche a noi che le piaghe, le ferite che la vita inevitabilmente ci lascia, sono anche il luogo della nostra vittoria, il luogo nel quale possiamo far vincere Dio sul male, e con lui vincere anche noi. Qualunque dono noi abbiamo non viene da noi, non è roba nostra, non possiamo vantarcene: ci viene da Dio. Ma il dolore che portiamo con Cristo e per amore di Cristo, che sopportiamo in perfetta letizia (per dirla con San Francesco) questo si è proprio nostro, è la nostra vittoria. E può insegnarci a farci prossimi ai fratelli che incontriamo, e che forse ancora non sono riusciti a vedere nelle loro ferite la possibilità di una risurrezione.
• Mio Signore e mio Dio!: l’incontro con l’amore di Gesù Risorto porta Tommaso a vedere finalmente la verità e a professarla, senza vergogna e reticenza. Gesù è nostro Signore e nostro Dio, e credere ci da la vita. È per questo che Giovanni e gli altri evangelisti hanno scritto i loro Vangeli, è per questo che la Chiesa continua da 2000 anni a professare e ad annunciare Cristo, costi quel che costi. È il pensiero che ho fatto durante la veglia pasquale, pensando a quei riti che ripetiamo da secoli e che portano in sé una verità che va trasmessa, e ancor più tramandata. Solo nel nome di Gesù c’è la vita vera, e più cominciamo ad accostarci alla preghiera, al Vangelo, con fedeltà e con la fiducia, più questa parola ci farà conoscere la verità, ci renderà liberi e ci farà vivere. Perché il mondo, e noi pure, ci rimanda tante immagini di noi stessi spesso diverse e contrastanti, in base al momento, all’interesse, al successo… e queste immagini ci rendono schiavi.
Solo lo sguardo del Signore ci libera.
Suor Alice di Gesù
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