Stiamo entrando nella Settimana Santa, nel grande mistero della sofferenza, morte e risurrezione di Gesù. La grande narrazione di questo mistero si apre con la domenica delle Palme e – paradossalmente – inizia con una folla esultante, i mantelli rossi, i rami delle palme, con il grido “osanna!”.

Gesù è il profeta che tutti stavano aspettando e vogliono fare di lui un re. Da un punto di vista politico questo sarebbe un sogno. Gesù ha le folle nelle sue mani. In caso Lui fosse minimamente interessato a realizzare le sue ambizioni di successo o di potere…

Noi invece vediamo Gesù che sembra completamente indifferente all’opinione degli uomini. Quest’atteggiamento lo vedremo sempre di più anche nella narrazione della sua passione. A un certo punto Gesù smette di discutere e non risponde più, cioè risponde con un silenzio assoluto. Si lascia guidare da un’altra forza interiore. Gesù, così presente e attento, così consapevole di quello che sta succedendo dimostra un grande distacco sia dal successo e dall’entusiasmo sia dal rifiuto, umiliazione e minacce da parte degli uomini.

Il tema di questa settimana è un tema forte e non tanto popolare: il tema della cattiveria, crudeltà e ingiustizia umana; il tema perenne di un innocente tradito, ingiustamente condannato, torturato e ucciso in modo barbarico. Ci fa pensare al fatto che queste cose succedono anche oggi a tante persone. Ci fa pensare che anche noi – prima o poi – anche se non allo stesso livello di dolore e solitudine – dovremo attraversare gli elementi essenziali di questa dimensione dell’esperienza umana: la sofferenza e la morte.

Ma perché Gesù è morto per noi? Quale è il significato più profondo di tutto questo? E come c’entra la nostra relazione con Dio?

Stiamo entrando nella Settimana Santa. Stiamo entrando nel mistero dell’amore di Dio per noi. Ogni anno abbiamo un’occasione per rispondere a queste domande un po’ più in profondità. Nella narrazione della sua passione, morte e risurrezione possiamo trovare la chiave del mistero della nostra esistenza, la chiave del mistero di tutta la realtà. Non basta però essere soltanto degli osservatori dall’esterno ma bisogna lasciarci toccare personalmente, lasciarci coinvolgere e permettere che questa storia entri dentro il nostro cuore e ci apra ad un livello più profondo di verità.

A volte siamo impazienti, a volte vogliamo subito arrivare ad una spiegazione, alla “morale della favola”. Eppure sappiamo che non tutto si può misurare o definire e non tutto si può spiegare. Oltre le vie puramente razionali ci sono altre vie di conoscenza: le vie dell’esperienza, le vie dell’amore…

Entriamo dunque in questa Settimana Santa con il cuore aperto e con gli occhi fissi sulla bellezza, forza, mitezza, nobiltà del Signore. Permettiamo che sia toccato e stravolto il nostro modo di vedere e di essere. Impariamo pian piano che cosa vuol dire amare Gesù, conoscerlo con la conoscenza che è amore: camminare con Lui e attraverso tante nostre piccole morti e risurrezioni entrare con Lui nella vita nuova trasformata dal suo amore.

Suor Irena del Volto Santo (suore carmelitane di Firenze)

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