Il ritiro spirituale vocazionale è un ritornare in Cristo per scorgere la sua creazione e spiritualità nel mondo, vedere noi stessi: chi siamo, dove stiamo andando e la nostra interiorità.
Questi weekend dalle suore Carmelitane di Santa Teresa a Milano tenuti da suor Concetta abbiamo riflettuto sul tema  “Viandanti o Naufraghi”. Lo abbiamo sperimentato grazie a momenti di preghiera, sia comunitari che con le ragazze,  ascoltando anche le testimonianze di alcune consacrate della congregazione. Non sono mancate: la visita per la città di Milano, l’attività all’istituto dei ciechi chiamata “dialogo al buio“. Abbiamo cercato di capire e “scorgere“ dove sta andando la nostra vita, se siamo Viandanti che vanno in una direzione di gioia e in cammino verso la santità oppure siamo come dei Naufraghi che non ascoltano la voce del Signore, non sono felici, ma tristi così da sbagliare rotta.

Questo percorso è stato guidato dalla spiritualità carmelitana, la conoscenza della congregazione e le sue attività pastorali. In particolare la Madonna del Carmelo, il significato dello scapolare carmelitano, Santa Teresa di Gesù Bambino, Santa Teresa D’Avila e non per ultimo san Giovanni della Croce e in più delle direttive pratiche sul discernimento vocazionale per capire la volontà di Dio, la preghiera e i movimenti interiori del nostro animo con i propri sentimenti ed emozioni.
Il primo weekend per me è stato sia una novità per la città che non ho mai visto ma anche un rivedere la mia esperienza di fede e crescita spirituale da quando ho una relazione più profonda con il Signore. In particolare Santa Teresina, la santa la quale ha centrato tutta la sua vocazione e vita sull’amore; nei suoi scritti descrive la sua vocazione cosi: “Nel cuore della chiesa, mia madre io sarò l’amore“.
Un’ altro aspetto che abbiamo esplorato è stata la vocazione di Santa Teresina però nella missione di amare gli altri in clausura senza muoversi dalla sua cella. Anche le suore ci hanno raccontato come hanno sperimentano la parte missionaria della loro vita nelle scuole, ospedali e anche nei luoghi di missione come in Madagascar.

Un altro aspetto molto importante che abbiamo scoperto in gruppo e per me familiare è l’orazione ciò che per me è uno stare in ascolto e preghiera con il Signore e restare con lui, portare la sua presenza e preghiera nelle mie giornate e attività. E non per ultimo la conoscenza di sè, come preghiamo, in che modo preghiamo grazie ad uno scritto di Santa Teresa D’Avila e il catechismo della chiesa cattolica.

Il secondo weekend è stato importante perché abbiamo scoperto la centralità di Maria, figura della congregazione e della spiritualità nel Carmelo che ci dirige e guida come madre e protegge e chiama alla sua sequela per portarci al figlio; ha donato lo scapolare a San Simone Stock sul Monte Carmelo.  Sempre nel secondo weekend c’è stata la visione sia del bacco di seta che si trasforma in una farfalla e accostato questa simbologia per richiamare santa Teresa D’Avila con il significato che in ogni momento della nostra vita spirituale e umana . Noi diventiamo come quei bacchi di seta nella loro evoluzione e progressione. Un’altra attività che mi è piaciuta è stato dividerci in coppie e ascoltare l’esperienza personale dell’altro così da raccontare quello che noi abbiamo recepito. Questo sia fa crescere e capire quanto non solo è difficile ascoltare l’altro ma anche è un’esercizio per ascoltare Dio.

Ultimo weekend ci aspettava con San Giovanni della Croce e l’esperienza spirituale della notte e le lotte interiori; in questa fascia abbiamo potuto sia confrontarci su questo tema attuale in tutte le vite di preghiera per le lotte interiori ma tra noi ci siamo rese conto che la notte di San Giovanni della Croce è molto comune di quanto noi pensiamo perché è un trasformare sé per conformarsi a Cristo. Per capire la dinamica della notte oscura siamo andate all’istituto dei ciechi ed insieme ad altre persone ci siamo avventurate in questa esperienza chiamata ‘’dialogo al buio” dove in uno stanza o più… sotto la supervisione di una guida empatica e competente non vedente e con l’utilizzo di un bastone per i non vedenti. Ci ha fatto provare non solo cosa significa non vedere, ma a sviluppare altri sensi: l’udito, il tatto, l’olfatto e il gusto in sostituzione alla vista e un insegnamento importante che nessuno si può salvare da solo e si  ha bisogno del fratello e sorella e questo sia ci rassicura sia ci toglie dal porsi in un atteggiamento di autorefenzialità.

Per ritornare al tema del viandante e naufrago e con la simbologia della nave, abbiamo letto la poesia di Santa Teresa di Lisieux dove parla dell’abbandono in cui ci si riconosce e si percorre la strada per stare a cuore con Cristo, amarlo e fidarsi di lui .

Questi weekend mi hanno donato degli strumenti per il mio discernimento vocazionale, ho conosciuto nuove persone che condividono i miei dubbi, l’insicurezze ed anche gioie di seguire Cristo.

Questi ritiri ci conducono a conoscere la spiritualità carmelitana, a conoscere l’amore di Cristo,  i santi che hanno accolto questo amore e hanno fondato e fondano su esso la propria vita.

Annarita

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