Come ci si prepara ad un matrimonio? Solitamente si sceglie la data almeno un anno prima e si pensa tutto nei minimi particolari per vivere al meglio il giorno delle nozze.
Nel vangelo di domenica abbiamo una parabola davvero singolare (Mt 25,1-13). Dieci promesse spose che attendono il giorno delle nozze con lo sposo. Il loro unico preparativo consiste in una lampada accesa. E le lucerne si alimentavano o ad olio. Per tenerle accese dunque occorreva avere una buona scorta di olio.
Non avere abbastanza olio quindi è paragonabile, oggi, ad un matrimonio poco preparato, improvvisato alla bene e meglio. E quando non ci si prepara con cura per un appuntamento così importante, allora significa che interessa molto poco, non ci si pensa e ci si lascia prendere da altri interessi in un buio che non fa vedere lo scopo dell’attesa. In poche parole: non si attende più l’incontro con lo sposo.
Ma a mezzanotte, nel mezzo dell’oscurità, la parabola dice che lo Sposo si presenta per celebrare l’unione d’amore. E si arriva alla resa dei conti. Chi vive l’attesa è pronta per entrare nella stanza nuziale, chi se ne era scordata rimane fuori dalla porta. Non è certo per colpa dello Sposo che la porta si chiude, ma è per la mancanza di desiderio nelle vergini stolte.
Fuori di metafora. Meno si cerca e si attende Dio nella propria vicenda storica meno lo si troverà perché non si sarà interiormente pronti e disponibili alla sua azione in noi. Conviene allora lavorare sul nostro desiderio di Dio prima di dire che lui non c’è o non fa nulla…

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