Mc 9,30-37
C’è dell’imbarazzo tra i discepoli che camminavano con Gesù quel giorno. Alla sua domanda: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?» rimangono azzittiti. Di fronte al secondo annuncio della passione, morte e resurrezione del Maestro loro si preoccupano di chi è il più grande, quello cui spetta l’onore di stare al fianco di Cristo. Ma ancora non riescono a comprendere che quel fianco dovrà attraversare lo squarcio della morte e che solo attraverso questo passaggio, l’accettazione dell’annientamento della croce, è possibile risorgere ad una forma di vita nuova.
La fatica e il dolore non sono ostacoli da aggirare ed evitare, ma eventi da abbracciare e attraversare, perché solo così si sale sulla cima della vita vera, se ne comprende il valore e se ne gusta l’essenza. Solo attraverso la Pasqua (passaggio) si accede alla vita da risorti, perdonati, salvati…amati.
È un’esperienza che va controcorrente, contro la logica del successo e del mainstream, ma che permette di stare dentro la realtà senza travisarla e senza fuggirla, con lo sguardo semplice di un bambino.

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