“E’ bello per noi stare qui” (Lc 9)

Non è questa la frase di chi ha vissuto una bella esperienza ma che sta per finire. E’ l’espressione più vera di chi si mette in ascolto del Figlio di Dio, Cristo Gesù. E’ l’espressione del TRASFIGURARE.

Questa mattina stiamo vivendo il giorno conclusivo di questo 5° Convegno Eclesiale Nazionale e la giornata assembleare si è aperta come sempre dalla preghiera, in particolare con la meditazione straordinaria di un brano unico della vangelo che riporta l’episodio della trasfigurazione.

Suor Rosanna Gerbino (isg), che ha guidato la meditazione della Parola, ci ha lasciato una riflessione importante che fa quasi da sintesi a tutti i lavori del Covegno. In questo brano c’è la risposta a tutte le 5 vie.

 

Sintesi brevissima  -proprio in diretta –  dei lavori di gruppo.

USCIRE

Avviare processi sinodali.

Formare a una testimonianza audace.

Promuovere il coraggio di sperimenatare: costruire un piccolo drappello di esploratori del territorio.

ANNUNCIARE

Annunciare è osare, è condividere innanzitutto la gioia. La gioia non è allegrezza da esibire, ma profondità. Il kerigma incarnato è l’unico annuncio sicuro. Proposte:

Comunità ecclesiale che tutta intera annuncia.

Revisione del sistema educativo della chiesa con maggiore attenzione alla formazione di tutti gli operatori.

Occorre rinnovare gli itinerari di formazione a tutti i livelli

Grande interesse alla questione dei linguaggi.

La sete di Parola è tanta e di tutti, per occorre promuovere momenti attorno alla Parola.

Annunciare significa:

Mettere al centro il Vangelo con la formazione ad esso e il gustarlo.

Attivare buoni processi, potenziare le buone prassi già in atto.

In ogni contesto occorre abitare i social e vanno valorizzati  i media cristiani, creando anche un portale web condiviso da tutte le diocesi d’Italia.

Annunciare la misericordia.

ABITARE

Abitare innanzitutto RELAZIONI. Come? Ecco acuni verbi che declinano l’abitare:

Ascoltare: con luoghi in cui è possibile essere ascoltati per uscire dalle proprie solitudini.

Dare spazio,  soprattutto ai giovani alcuni dei quali al Convegno si sono espressi in questo modo: “Abbiamo a che fare con un mondo adulto che non vuole lasciarci le chiavi, ma che non manca ogni giorno di scsandalizzarci”.

Accogliere, che vuol dire anche accompagnare e fare alleanza.

EDUCARE

Alcune linee di azione:

La rilevanza di una comunità che educa.

L’urgenza della formazione degli adulti.

I nuovi linguaggi nell’educazione.

Alcune proposte operative:

Creare reti educative.

Discernimento delle figure di riferimento nell’educazione.

Stare accanto alle famiglie e accompagnarle.

Creare un portale web in comune per condividere e aiutarsi reciprocamente.

TRASFIGURARE

Innanzitutto è il Signore che ci trasfigura!

Una fatica espressa dai vari gruppi di questa via è quella di una dicotomia tra liturgia e vita. Dal tavolo dei giovani è emerso una fortissima domanda di interiorità.

C’è da parte di tutti un forte bisogno e sete della Parola e si chiede una maggiore attenzione dunque a momenti in cui si ascolta e si medita la Parola.

Un’altra linea di azione proposta è stata quella di rivalutare la domenica, giorno del Signore. Le comunità cristiane, inoltre, devono saper trovare momenti di sospensione delle attività per rigenerarsi nella preghiera. Il primo atto di una chiesa in uscita è la preghiera. Da lì parte per trasfigurare le periferie esistenziali. Occorre far vivere l’umanità nelle liturgie affinché siano capaci di ricreare le relazioni come sapeva fare Gesù quando incontrava la gente. Occorre tornare alla stanza del piano superiore dove si è celebrata l’ultima cena. La vita di Gesùà è stata tutta una liturgia ospitale, così dovranno essere le nostre future liturgie. Solo così la nostra liturgia sarà all’altezza del Vangelo di Cristo.

 

Acune considerazioni:

Molta attenzione e grande coinvolgimento è stato dato ai giovani, visti non come fruitori, ma come primi diretti operatori capaci di vivificare le esperienze, di ridare vita a contesti, situazioni, a piazze che devono diventare luoghi di evangelizzazione, abitazioni in cui non ci sono salotti comodi ed eleganti, ma spazi di incontro, di dialogo, di condivisione di annuncio della buona notizia.

Bisogna dare spazio ai giovani, investire su di loro, sapere che sbaglieranno, ma che creeranno dinamiche nuove e innovatrici. Il Convegno stesso è stato guidato da due giovani che di momento in momento elargivano informazioni, delucidavano i programmi, cercavano di individuare il sentire comune e di restituirlo all’assemblea. Guide semplici, talvolta impacciate, ma che ci hanno accompagnato con la loro giovinezza e freschezza verso una chiesa giovane e chiamata a crescere nelle beatitudine evangeliche.

Ancora una volta si è ribadita una più sana e autentica partecipazione dei laici, ma soprattutto il desiderio comune di tutti Delegati di tutte le 206 Diocesi d’Italia è quello di innescare nuovi processi con lo stile della sinodalità come ciò che è avvenuto in questo Covegno. La metodologia usata è stata quella di lavorare per gruppi di 500 Delegati suddivisi in gruppi di 100 con un moderatore e a loro volta tavoli da 1o con un facilitatore; tale impostazione certamente innovativa, è non solo stata apprezzata ma vissuta fino in fondo senza dubbio da ogni Delegato. Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi, laici riuniti ad uno stesso tavolo di lavoro (ma anche dei pasti) rappresentano già una sfida in atto, quella della comunione, del “fare” insieme, del condividere, del camminare insieme non per costruire la Chiesa, ma per essere Chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo.

 

 CONCLUSIONI DEL CARDINAL ANGELO BAGNASCO

 

Il Cardinal Bagnasco, presidente della CEI, inizia il suo intervento ringraziando le diverse presenze e collaborazioni per la ottima riuscita del Convegno e apre con una battuta significativa che esprime ciò che è stata questa esperienza di vita ecclesiale: Non abbiamo vissuto il 5° Convegno Ecclesiale, ma molto di più!

Segue poi tutta la sua relazione che riprende a più riprese il pensiero di Papa Francesco e in particolare il suo discorso di apertura del Convegno.

La missionarietà, dice il Cardinale, sembra sintetizzare il percorso delle cinque vie. Procede poi, il presidente della CEI proponendo alcune sottolineature sulle cinque vie richiamando anche quanto già relazionato nelle sintesi dei relatori responsabili delle 5 vie.

 

Le scuse sono dovute se troverete errori di battitura o d’altro ma questo è il rischio della diretta!!!!!!

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