S. Teresa di Gesù Bambino aveva fatto una scoperta davvero significativa per progredire nel cammino di fede. Aveva capito che il segreto della vita spirituale consisteva nell’evitare di rimanere inchiodata ai propri problemi personali a girare su se stessa come una trottola e a crogiolandosi nel pensiero di non riuscire a vincere le proprie fragilità e le proprie cadute. Il suo incontro con Dio é caratterizzato dalla constatazione della sproporzione tra l’onnipotente misericordia di Dio e la povertà delle sue azioni quotidiane.
Il sentimento di impotenza non è forse lo stesso che si prova di fronte alle sconfitte della vita? Non é lo stesso che si sperimenta quando le cose in famiglia o al lavoro non girano secondo le nostre previsioni?
Teresina aveva molto bene in chiaro la fragilità umana e aveva capito che occorreva necessariamente alzare lo sguardo e rimettersi completamente nelle mani dell’Altissimo piuttosto che nelle proprie:

“Ah, mai parole più tenere, più melodiose, sono venute a rallegrare l’anima mia. L’ascensore che deve elevarmi fino al cielo, sono le vostre braccia, o Gesù!”.

Affidarsi e abbandonarsi in Dio significa offrire ogni intoppo e ogni fragilità a Cristo ben sapendo che la forza per rialzarsi e per camminare nella strada della vita viene solo da lui, “l’ascensore divino”. É Cristo, vero Dio e vero uomo, che conosce le nostre debolezze e ci risolleva e ci dona uno sguardo nuovo su ciò che viviamo.
Sul suo ascensore tutto cambia, perché non ci saliamo anche noi?

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