La frase di questo storico gesuita francese ci rivela, a mio avviso, una duplice verità sul nostro quotidiano.
Da una parte ci dice che la realtà di tutti i giorni, la routine del nostro stare a casa in questo tempo o la frenesia del lavoro e degli impegni, ci parla. Ha sempre qualcosa da dirci. Un messaggio nascosto da comprendere e gustare perché è un significato/segno che ha valore per chi lo vive.
La storia personale, del resto, è fatta di tanti segni che acquistano senso solo per chi li coglie e li vive nel profondo. Pensiamo a chi si innamora e si sposa. Quanti segni personalissimi nella storia della propria coppia. Segni che quasi sempre gli altri non riescono a comprendere fino in fondo. Lo stesso anche per chi intraprende la strada della consacrazione religiosa: i segni concreti e tangibile dell’Amore tracciano un percorso strettamente e unicamente personale.
Ma c’è anche un’altra sfaccettatura all’interno del pensiero di De Certau.
Il quotidiano parla a me di me stesso. Nelle circostanze che vivo, negli incontri e negli avvenimenti che riempiono le mie giornate sono personalmente coinvolto. Le mie reazioni, le mie scelte e azioni, i miei pensieri e sentimenti mi rivelano chi sono, di cosa vivo in questo momento e di quali valori e parole mi nutro.
Il quotidiano parla di me. Lo posso capire e trarne un’occasione favorevole solo se mi metto in ascolto di me dentro al quotidiano.

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