La grandezza di san Giuseppe consiste soprattutto nella sua capacità di accogliere una realtà difficile da accettare. Non si ferma alle normali e ragionevoli argomentazioni umane, ma percorre la via dell’accoglienza del progetto misterioso di Dio che, giorno dopo giorno, si svela di fronte a lui nei modi più imprevisti.
Accoglie una moglie incinta per opera non sua, accetta di amare e crescere un figlio non suo, lascia spazio a trasferimenti non programmati e tantomeno desiderati e non scappa dalle contraddizioni e dalle delusioni della sua vita.
Oggi è molto facile incappare in discorsi che incoraggiano invece a fuggire dalle difficoltà perseguendo l’ideale di una realizzazione individuale che allontani ogni forma di delusione e di frustrazione. Quanto è difficile accettare delle umiliazioni! Piuttosto si va in cerca della difesa del proprio diritto di essere agevolato e soddisfatto in tutto.
Ma sappiamo bene che la vita non va così. Ognuno vive una storia fatta di gioie e dolori, di sconfitte e qualche risalita, di problemi non scelti e di cambi di programma indesiderati.
Papa Francesco ci invita, però, a fare come Giuseppe imparando a scoprire un significato nascosto che si nutre di una profonda fiducia nell’azione di Dio che riesce a “far germogliare i fiori fra le rocce”. Lui non ci abbandona e ci sostiene nel cammino se accettiamo di riconciliarci con la nostra storia, così com’è.

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