Ogni volta che inizia il periodo dell’avvento si è soliti pensare che sia un tempo specifico di preparazione alla grande celebrazione del mistero dell’Incarnazione del Signore. Ma non è solo questo.
L’Avvento è un tempo che ci è dato per ridestare in noi il desiderio profondo di Dio, del senso della vita. E il Signore, come un padrone di casa che parte per un viaggio (Mc 13,32-37), affida a ciascuno di noi in questo tempo un compito preciso e personale per vegliare e attendere la sua presenza.
Ma cosa vuol dire vegliare?
L’etimo greco della parola ci indica il significato di guardare e, metaforicamente, di prestare attenzione, di essere cauti, attivi. Dunque la vigilanza è un’attività che porta a penetrare maggiormente negli avvenimenti per scorgere un senso, una presenza. È l’atteggiamento del vero cristiano che cerca la presenza di Dio in tutto ciò che vive. Non per bigottismo o eccessivo spiritualismo, ma per un sano realismo spirituale che coglie la realtà simbolica delle cose come un rimando ad Altro.
Ci vengono in aiuto le letture di questa domenica. Nella prima il profeta Isaia sembra svelarci un tratto fondamentale dell’attesa: “Tu vai incontro a quelli che praticano con gioia la giustizia e si ricordano delle tue vie” (Is 64,4). Praticare la giustizia e ricordarsi del Signore sembra il modo migliore per attendere e lasciarsi trovare da Dio.
Mentre nella lettera di san Paolo ai Corinzi ci viene assicurato che non siamo in balia di noi stessi nel tempo dell’attesa perché: “Egli vi renderà saldi sino alla fine” (1Cor 1,8). Nel cammino incontro a Lui non siamo soli, ma sostenuti sempre dalla Grazia.
Buon cammino di Avvento. Buona veglia a tutti!

Suor Nicoletta del Cuore di Cristo
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